SARDINIA URBEX NEL MONDO DEL RISO
Per raccontare questa storia di abbandono dobbiamo tornare indietro fino al fascismo ed esattamente al 2 Ottobre 1931 quando, per regio decreto venne costituito l’Ente Nazionale Risi.
Nel periodo compreso fra il 1921 e il 1926, infatti, il riso italiano si trovò a beneficiare di condizioni favorevoli che da un lato ne sostennero il prezzo e dall’altro provocarono un’espansione della superficie coltivata. Il nuovo ente si sarebbe occupato del sostegno, promozione e sviluppo della produzione risicola. Con la caduta del Fascismo, sopravvissero solo gli enti che meglio si erano strutturati nel corso degli anni, fra cui l’Ente risi.
Nel 1954 ad Oristano, ma anche in tante altre regioni italiane, nasce questa imponente struttura dell’Ente Nazionale Risi: la struttura era costituita da tre grandi capannoni in linea collegati da due gallerie, altri tre capannoni più piccoli, una palazzina che ospitava gli uffici e un’altra per il servizio di guardiania.
La struttura rimarrà attiva per circa 60 anni, fino al 2015, anno in cui la sede si trasferisce da via Ozieri a via Mattei e da quel momento giace abbandonata.
Nel 2017 la svolta: la struttura viene inserita dall’Amministrazione comunale nel programma Oristano est di valorizzazione delle periferie, finanziato dal governo con 17 milioni di euro. Nei capannoni, dovrebbero essere ospitati degli spazi per lo sviluppo di attività di enogastronomia, creatività artistica e al co-working, con un ristorante e una foresteria per gli artisti chiamati ad animare il complesso.
Ma la storia non finisce ovviamente qui: nel 2018 l’ente presenta un ricorso al TAR e pare che al centro del ricorso ci sia il quantum previsto per l’esproprio.
Come finirà tutta la storia?
NOTA:
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