URBEX FRIENDS

Ciao, mi chiamo Anya. Sono nata nel 1989, tedesca ma residente in svizzera.

Non sono molto brava nelle presentazioni, posso dire che sono una fotografa per passione!

È possibile innamorarsi a prima vista di un luogo come di una persona…e in una fotografia provo a metterci tutte le immagini che ho visto, i libri che ho letto, la musica che ho sentito, e le persone e i luoghi che ho amato!

Ciao, mi chiamo Gianfranca e sono nata a Nuoro.

Subisco il fascino dei luoghi abbandonati da bambina e sono da sempre gli scenari ideali dei miei sogni.

Quando mi sono iscritta su Instagram, non sapevo ancora che milioni di persone condividevano questa mia passione.

Lunga vita all’Urbex!

Ciao, mi chiamo Ivana e faccio Urbex da alcuni anni perché esplorare i luoghi abbandonati è, per me, un divertimento.

In compagnia del mio kit fotografico trovo in ogni luogo una storia ben precisa e che mi riserva delle belle sorprese.

Non si sa mai cosa si può trovare dentro una casa, un palazzo, un ospedale dimenticati da tutti.

Ciao, mi chiamo Alessio, sono nato nel 1975 e vivo a Forlì.

Sono molto incuriosito e ispirato da ciò che l’ambiente urbano e industriale ha da offrire. Non so come mai ma i luoghi abbandonati hanno un grandissimo fascino e c’è qualcosa di incredibilmente entusiasmante nell’esplorare edifici ormai dimenticati.

Ciao, mi chiamo Rosario classe ‘81 di Napoli ma vivo in Sardegna dal 2007.

Sono appassionato di fotografia da sempre ma la pratico da soli 10 anni.

Nel cercare il mio percorso fotografico mi sono imbattuto nell’urbex e devo dire che è un tipo di fotografia davvero speciale perché puoi raccontare con la potenza di un’immagine il vissuto di un luogo ormai abbandonato.

Ciao, mi chiamo Emanuela, classe ’81.

Innamorata della fotografia da 20 anni e quasi laureata in quest’ultima, mi avvicino di recente al mondo Urbex, all’incirca nel dicembre 2014; prima non sapevo che questa “cosa” di andare nei luoghi abbandonati avesse un nome.

Lontana dal mainstream e dai famosi del settore, continuo con amore e dedizione il mio studio sui luoghi ormai dimenticati.

Ciao, mi chiamo Riccardo e sono nato a Genova, esploro i luoghi più nascosti della Liguria e del basso Piemonte.

Perché lo faccio? Ma per mera curiosità! non vi è mai capitato di percorrere una stradina di campagna semisconosciuta e chiedervi chi mai l’abbia percorsa prima di voi, chi mai la percorrerà in futuro, ritrovarvi casualmente di fronte ad alcuni ruderi e cercare di capire cosa sia successo tra quelle mura, chi ci ha vissuto, cosa ci ha fatto, perché è stato abbandonato quel determinato edificio?

(s)fortunatamente vivo in un’area piuttosto ricca di paeselli e fabbriche ormai in disuso, i miei
luoghi abbandonati preferiti in assoluto, al contrario della stragrande maggioranza degli
esploratori cerco di evitare le classiche “case della nonna”, perfettamente arredate e quasi
senza alcun segno di abbandono: non le trovo particolarmente interessanti.

Il più fedele compagno di viaggio è il mio cane Zuppa, sempre felice di accompagnarmi lungo i
sentieri più impervi e impegnativi, anche perché dove riesce a entrare lui non è necessariamente detto che riesca a entrare anche io!

Ciao, mi chiamo Giovanni, sono nato a Cagliari ed ho conosciuto la passione per l’urbex sin da quando avevo 16/17 anni, quando così per gioco e per curiosità entravamo in alcuni stabili. 

Urbex è passione, rispetto e memoria. Rispetto verso ciò che si visita, passione verso la foto e la curiosità di rispolverare la memoria dei luoghi abbandonati. 

I miei posti preferiti sono: ospedali, chiese, cimiteri e paesi abbandonati.

Ciao, mi chiamo Luca Pellicani alias barabba_libero ed amo da sempre i cani, l’escursionismo, l’esplorazione urbana e la decadente bellezza dei posti abbandonati.

Faccio parte insieme al sodale xabaras_1983 (Giovanni Rossini) del collettivo Abandoned Trash.

Ciao, mi chiamo Maikol – Pistoia, classe 1992. Ho una forte attrazione per l’abbandono, per il vuoto, per l’isolamento, per gli effetti dello scorrere del tempo e tante altre cose spaventose.

Avverto la resposabilità e la fortuna dell’essere uno degli ultimi visitatori dei luoghi condannati alla scomparsa, ed assecondo la mia necessità di dare un’ultima voce a questi posti, attraverso le mie parole e la mia fotografia.